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Fasciti Plantari

Si parla di fascite plantare quando ci si trova in presenza di un’infiammazione della fascia plantare che si espande dal calcagno alle dita del piede, sostenendo la volta plantare.

Sintomi
I sintomi sono quelli classici: un dolore al di sotto della pianta del piede generalmente sulla parte interna e più verso il calcagno. Solitamente, il momento più doloroso è al mattino, quando ci si deve alzare da letto; ma anche quando si ricomincia a camminare, dopo essere stati seduti a lungo.

Cause
Le cause possono essere di tipo biomeccanico diretto: in particolare, una postura scompensata con fascia muscolare posteriore tesa che mette in tensione la fascia plantare, o una eccessiva pronazione del piede. Ma esistono anche cause indirette: dalle scarpe da corsa non adeguate o usurate, a terreni di gioco troppo duri. Inoltre, tra le cause della fascite plantare ci possono essere patologie di natura dismetabolica, (dovute a un metabolismo alterato) come l’insufficienza renale cronica, la gotta o il diabete. Oppure possono esserci patologie infiammatorie croniche come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico.
Qualunque sia la causa, è comunque fondamentale affidarsi ad un Centro capace di effettuare una diagnosi adeguata, in modo da determinare un preciso percorso terapeutico.

Terapia
E’ evidente, infatti, quanto sarebbe inutile destinare un paio di ortesi plantari ad un individuo che soffre di una fascite plantare dismetabolica, come pure sarebbe improduttivo concentrarsi sul metabolismo di un soggetto che ha una postura scorretta. Ma la fase valutativa deve saper anche escludere patologie ossee come microfratture, artriti, o altro, e quindi, in questo senso, è opportuno ricorrere a un esame radiografico. Non esiste quindi un unico trattamento per la fascite plantare.

E’ importante saper valutare i singoli casi e individuare la giusta terapia: da applicazioni locali ( ipertermia, ultrasuoni) a esercizi, in contemporanea, di allungamento e rinforzo selettivo.

Ma è anche necessario saper capire quando è il caso di fermarsi: durante il periodo acuto è meglio sospendere o rallentare l’attività sportiva, trattare la parte con ghiaccio e, in alternativa, puntare su un tipo di un lavoro in acqua, in bici, oppure ricorrendo allo spinning. Non solo: per i casi più acuti sono consigliate, unitamente alla terapia farmacologia, le Onde d’urto da praticare nella zona fibrosa. Non è da escludere, in ultima analisi, l’ipotesi di un intervento chirurgico mirato al release della fascia plantare, con asportazione della borsa sottocalcaneare ed eventuale asportazione della spina calcaneare. Ma al di là dei casi limite, siamo certi che un buon trattamento riabilitativo sia sufficiente per la risoluzione del problema.
E non solo: spesso esso può anche fungere da prevenzione nei confronti di recidive.