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Piede Piatto

Piede piatto (in latino pes planus) è un’anomalia in cui risultano alterati i rapporti anatomici del piede, caratterizzata dalla riduzione dell’arco plantare e dal conseguente aumento della superficie d’appoggio della pianta del piede.

Fisiopatologia
La pianta del piede come base d’appoggio con i tre archi Il piede fornisce la base d’appoggio a tutto il corpo consentendo di scaricare il peso al suolo e svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio. In condizioni normali, la superficie d’appoggio del piede non è costituita dall’intera superficie plantare, ma si localizza elettivamente in corrispondenza di tre punti: testa del primo metatarso, teste del quarto e quinto metatarso, tuberosità calcaneare. La congiunzione di questi tre punti costituisce le cosiddette volte o archi plantari: una trasversale (anteriore), due longitudinali (mediale e laterale). La volta plantare mediale è formata dal calcagno, dall’astragalo, dallo scafoide, dai tre cuneiformi e dai primi tre metatarsi. La curvatura della volta plantare mediale è sostenuta dalla fascia plantare e dai legamenti plantari, con il supporto dinamico dei tendini del tibiale posteriore e del peroneo lungo, che per la loro funzione vengono detti appunto muscoli cavizzanti del piede. L’appiattimento di questa volta longitudinale mediale può essere dovuta al cedimento di una o più delle strutture citate e determina un’anomalia nella distribuzione del peso, con conseguente alterazione dei rapporti tra le varie componenti ossee e lo sviluppo di fenomeni degenerativi e dolorosi.

Eziologia
Il collasso della volta plantare può essere dovuto a situazioni congenite (piede piatto del bambino) e acquisite (piede piatto dell’adulto). Queste ultime, talvolta insidiose e non sempre facilmente diagnosticabili, andrebbero individuate tempestivamente per evitare l’insorgenza nel tempo di artrosi dolorosa del piede mediante la correzione chirurgica.

Diagnosi
Spesso asintomatico e pertanto sottovalutato, il piede piatto viene diagnosticato solo quando il difetto della postura o del movimento provoca dolore. La forma d’impronta che il piede lascia sul terreno definisce il tipo di piattismo. Con un apposito podogramma, a seguito di un esame baropodometrico, si rileva e si analizza l’impronta definendo piede piatto un piede che ha una superficie d’appoggio dell’istmo maggiore di 1/3 della superficie d’appoggio del tallone anteriore. Questa definizione però è solo statica e limitativa e non tiene conto del fatto che ci sono piedi più tonici che hanno lo stesso grado di valgismo calcaneare pur presentando un istmo pressoché normale; è il caso del piede cavo o piede cavo-valgo Un semplice metodo per effettuare un’autodiagnosi consinste nel bagnare i propri piedi immergendoli in una bacinella d’acqua per poi metterli su di una superficie liscia ed asciutta (del cemento, o anche della carta) in modo da lasciare l’impronta della propria pianta del piede. La prova risulta ancora più accurata se viene utilizzato borotalco o similare. La distinzione tra un piede piatto “morfologico” e un piede piatto “funzionale” non può essere fatta sulla base della sola immagine podografica.